Nessuno può dire con esattezza quando l’uomo abbia iniziato a dare un nome ai luoghi che lo circondano, ma è un’evoluzione che si ritrova in ogni civiltà.
I toponimi sono la dimostrazione tangibile del fatto che “l’uomo si è impossessato della terra” [1] e rivestono un’importanza fondamentale nelle civiltà rurali, perché permettono di orientarsi nello spazio, di delimitare le proprietà e di tracciare confini o limiti territoriali. Nella società rurale valdostana, ogni prato, ruscello e bosco ha un nome.
E questi nomi sono stati scelti dall’uomo sulla base delle sue conoscenze e della sua immaginazione: la toponomastica è quindi una fonte primaria di informazioni in cui si trovano le tracce delle attività umane, dell’organizzazione sociale, dei cambiamenti climatici e delle modificazioni linguistiche [2] ed è perciò indispensabile per conoscere la storia e la cultura di una comunità.
Si tratta, tuttavia, di un patrimonio molto fragile, poiché la maggior parte dei toponimi, in questo caso quelli definiti microtoponimi, ha affidato la propria memoria, nel corso dei secoli, alla sola tradizione orale. Allo stesso tempo, per quanto riguarda i nomi delle località principali, la forma scritta in cui sono stati tramandati non è sempre stata coerente e molti toponimi sono giunti a noi in forme diverse.
Sulla base della duplice esigenza di mettere ordine nelle denominazioni dei comuni, dei villaggi, delle frazioni e delle principali località e di salvaguardare e valorizzare tutti i toponimi valdostani, l’Amministrazione regionale ha avviato e portato avanti negli anni due progetti ambiziosi:
- l’ufficializzazione di toponimi nei vari comuni valdostani;
- l’inchiesta toponomastica.
[1] Alexis Bétemps, Toponymie rurale et mémoire narrative, « Nouvelles du Centre d’Études Francoprovençales René Willien », n. 46/2002, pp. 59-74.
[2] Ibid.