L'indagine toponomastica in Valle d'Aosta ha avuto inizio nel gennaio del 1987, dopo che l'Assessorato per l'Istruzione pubblica (oggi Assessorato Istruzione e Cultura) ha lanciato un progetto di ricerca sistematica per effettuare un censimento capillare di tutti i toponimi della regione e stabilire la grafia ufficiale delle località.
La Regione ha una competenza di primo grado in materia di toponimia: questa facoltà le è attribuita dallo Statuto speciale di cui gode. Nel 1976, è stata adottata una legge importante, comprendente due parti: la denominazione ufficiale dei 74 comuni della regione e le disposizioni per la difesa della toponimia locale, vale a dire la salvaguardia dei toponimi dei villaggi, delle frazioni e delle altre località meno importanti.
Nella realtà regionale esistono non soltanto macrotoponimi (nomi di frazioni, di alpeggi, di boschi, di montagne ecc.), ma anche migliaia di microtoponimi (nomi di prati, di campi, di vigneti ecc.). Questi, tracce di un passato profondo e testimoni di attività antiche e della creatività umana, rappresentano una parte importante del patrimonio culturale, una ricchezza che, tuttavia, rischia di scomparire e di perdersi per sempre.
In effetti, il ricordo di una grande quantità di questi microtoponimi, soprattutto quelli legati alla vita contadina e a una proprietà terriera estremamente parcellizzata, è in pericolo a causa dei cambiamenti che hanno investito l'agricoltura negli ultimi anni: la quasi totalità di questi microtoponimi rischia di perdersi con all'abbandono della vita agricola. Da questo fatto deriva l'urgenza di un censimento sistematico di tutti i toponimi esistenti nella nostra Valle.
L'organizzazione dell'indagine è stata presa in carico dall'Amministrazione regionale che si occupa del coordinamento dei lavori, assicurando anche il finanziamento del progetto. L'Assessorato Istruzione e Cultura, attraverso ilBureau régional pour l'Ethnologie et la Linguistique (BREL) e di un comitato composto da nove membri, assicura la base scientifica.
Muniti di un registratore e di una mappa dettagliata del proprio comune, i ricercatori devono recarsi dagli informatori scelti in precedenza, devono registrare le conversazioni e, allo stesso tempo, compilare le mappe e recarsi sul posto ogni volta che ciò si rende necessario. I toponimi raccolti presso gli informatori nella loro forma dialettale sono trascritti sulle schede che devono essere compilate con la massima precisione per fornire una descrizione dettagliata di ogni località.
Il materiale raccolto durante le inchieste è messo a disposizione dei ricercatori in previsione di studi storici, linguistici ed etnografici. Molte tesi di laurea sono state realizzate attingendo dai materiali dell'inchiesta toponimia. Spesso l'autore della tesi era stato al tempo stesso un intervistatore.
Inoltre, tutti i rilievi servono come punto di partenza per proporre la grafia ufficiale di certi toponimi. A questo scopo, l'inchiesta è integrata da una ricerca d'archivio (le grafie dei toponimi sono verificate storicamente consultando diverse fonti: ad esempio, il Catasto sardo, il Catasto d'Impianto, gli archivi comunali e parrocchiali, ecc.).
Per facilitare la consultazione dei risultati della ricerca e per permettere l'edizione del lavoro, è stato messo a punto un programma informatico; l'acquisizione dei dati riguarda ormai la totalità dei comuni censiti.
In 70 comuni l'indagine è conclusa, per un totale di 74.000 toponimi raccolti e informatizzati. L'indagine è ancora in corso di realizzazione in 4 comuni.
0.1. Codice I primi due campi riguardano il codice del comune oggetto dell'inchiesta (estratto dalla lista ufficiale dei comuni valdostani). Il codice di Arnad, ad esempio, quarto comune in ordine alfabetico, è 04. Negli altri quattro campi compare il numero progressivo delle schede.
0.2. Data Data della redazione della scheda.
1.1. Toponimo Nome della località come è stato raccolto dall'intervistatore.
1.2. Coordinate della mappa Sulle mappe catastali è stato disegnato un reticolato con delle cifre e delle lettere sulle ascisse e sulle ordinate che, con il numero della mappa, permettono di localizzare il toponimo.
1.3. Altitudine Per i corsi d'acqua e le strade si indica l'altitudine del punto di partenza e quella del punto d'arrivo.
2.1. Varianti Si tratta semplicemente delle varianti, soprattutto quelle fonetiche o morfologiche, di uno stesso toponimo.
2.2. Altre denominazioni A volte uno stesso luogo è designato da due, o anche più, denominazioni; in questo caso, si redigono due schede dove i due toponimi compaiono, alternativamente, al punto 1.1 e 1.2, con un rinvio reciproco.
2.3. Uso contestualizzato Il contesto è utile soprattutto per stabilire se il nome di luogo sia preceduto o meno da un articolo. Si tratta di inserire il toponimo in una frase come vado a..., vengo da..., abito a..., vado a falciare un prato a...; se, al posto della preposizione semplice si ha una preposizione articolata, il toponimo possiede l'articolo.
3.1. Etnico Cognome e soprannome che servono a designare gli abitanti di un dato luogo.
4.1. Significato del toponimo Punto di vista dell'informatore in relazione al significato del toponimo.
4.2. Categorie Si tratta di categorie previste per l'informatizzazione dei dati, che fanno riferimento a una lista appositamente redatta. Ogni categoria è composta da un codice alfanumerico.
5.1. Natura del suolo Questo campo raggruppa tutti i dati utili per una descrizione esaustiva del luogo interessato dal toponimo.
5.2. Categorie Valgono le stesse considerazioni fatte a proposito del punto 4.2.
6.1. Altre informazioni In questo campo si trovano tutte le indicazioni concernenti le tradizioni locali, i racconti, le leggende, le credenze relative al toponimo.
7.1. Carte IGM - Si tratta dei riferimenti alle carte 1:25.000 dell'Istituto Geografico Militare. CR - Si tratta dei riferimenti alla cartogarfia regionale.
8.1. Forme scritte moderne Quelle che si trovano, ad esempio, sui cartelli stradali.
9.1. Note Campo riservato a tutte le note del trascrittore.
10.1 Informatore Cognome e nome.
10.2. Intervistatore Cognome e nome.
11.1. Notes della redazione Campo a cura del BREL.
Il sistema di grafia adottato per la trascrizione dei toponimi ha come base l'ortografia del francese, con alcune eccezioni necessarie a rendere le sfumature del patois e con l'aggiunta di grafemi particolari per i suoni che la lingua francese non conosce.
Segni diacritici -l'accento grave indica l'apertura di una vocale [è]
-l'accento acuto indica la chiusura di una vocale [é]
-l'accento circonflesso è usato per indicare la lunghezza [â] (cfr. fra. pâte)
-la dieresi è usata per separare le sequenze vocaliche, per trasformare un dittongo in iato (cfr. fra. maïs)
Accento tonico o d'intensità L'accento di intensità è indicato sottolineando la vocale (o il digramma) tonico [a ; œ] (es. barma). Per ovvie ragioni, l'accento tonico non è indicato sui monosillabi.
Vocali a = fr. pas
i = fr. lit
é = fr. pré
e = it. pane
è = fr. près
ou = fr. cou
ó = fr. peau (a volte ancora più chiusa)
o = it. vino
ò = fr. porte
u = fr. pur
œ = fr. peu (ma indica anche la [e] muta che, tuttavia, in patois non ha le stesse caratteristiche del francese essendo molto più marcata)
oè = fr. fleur
oé = corrisponde a un [oe] molto chiuso, tipico della vallata di Valtournenche e di qualche comune limitrofo
- La qualità delle cocali nasali, salvo ovviamente il timbro nasale, è la stessa delle vocali orali corrispondenti (un = u + n ; in = i + n)
- Ogni vocale o semivocale che forma un dittongo mantiene il suo timbro (ai = a + i ; oi = o + i ; au = a + u ; ecc.).
Consonanti p = fr. pain
b = fr. bon
t = fr. ton
d = fr. dent
c = fr. coq (il grafema c è utilizzato unicamente per riprodurre un suono velare, gutturale ; davanti a vocale è utilizzato soltanto con a, o, u, oe, ou)
g = fr. gare (valgono le stesse osservazioni formulate per c)
qu = fr. qui (corrisponde al suono c ed è usato davanti e,i)
gu = fr. guerre (corrisponde al suono g ed è usato davanti e, i)
m = fr. main
n = fr. nez (dentale)
n = it. ancora (velare)
n- = si tratta di una n velare seguita da una vocale cime ad esempio nella parola dialettale fontan-a "fonte d'acqua". A volte questa n non si pronuncia più, ma nasalizza la vocale precedente. In alcuni patois, come quello di Cogne, la n- può essere seguita da una n dentale (ad es. fontan-na)
-nn = si utilizza alla fine di una parola per indicare una n dentale (fr. nez). Questa caratteristica è tipica di certe zone della bassa Valle, soprattutto Arnad.
gn = fr. vigne
ts = it. zio
dz = it. zero
tch = it. cena
dj = it. gelo
f = fr. feu
v = fr. vie
s = fr. sain
z = fr. zone, rose
ch = fr. chat
j = fr. jeu
h = indica i diversi suoni aspirati che si trovano nelle parlate valdostane : all'inizio della parola hitta "questa" ; in posizione intervocalica tiha "testa" ; all'interno di parola, preceduto da una consonante (o da una vocale nasale) panhœ "ventre" ; in posizione finale Dounah "Donnas" ; in posizione pre-occlusiva téhta "testa", dove il grado di frizione può esser variabile da un patois all'altro; in posizione iniziale seguito dalla consonante palatale ll, hllènda "recinzione", ecc.
l = fr. loup
ll/ill = it. foglio - si utilizza ll all'inizio della parola o preceduta da una consonante (es. cllou "chiodo"), negli latri casi si utilizza ill (es. goillœ "pozza d'acqua")
r = fr. rat (è usato un solo grafema r per indicare le varie vibranti presenti nelle parlate valdostane)
y = si utilizza la semiconsonante soprattutto in posizione intervocalica (ad es. il patois payœ "paga"), senza che questa influenzo la pronuncia delle vocali circostanti. Si utilizza anche in altri casi.
‘ = si tratta del simbolo che riproduce il colpo di glottide, tipico delle parlate di Fénis e Saint-Marcel, come nella parola ‘olèi "sole".
Consonanti geminate Nei rari casi in cui i trascrittori hanno considerato importante segnalare la lunghezza di certi suoni rappresentati graficamente da un digramma o un trigramma, si è solamente raddoppiato il primo elemento della sequenza (ts > tts; tch > ttch; dj > ddj; ecc.).
La Legge regionale 61/1976 e successive modificazioni dispone che le denominazioni (e quindi la grafia) dei villaggi, frazioni, luoghi e ogni altra località siano stabilite da un decreto del Presidente della Regione, sentiti i Comuni interessati.
L'iter prevedeche i Comuni avanzino formale richiesta, elencando le località che intendono ufficializzare. Sulla base di questa domanda inizia dunque una ricerca su documenti antichi per verificare come, nel corso dei secoli, venivano indicate queste località. Si consultano dunque sempre il Catasto Sardo e quello d'Impianto nonchè ogni altro documento riportante i toponimi del luogo. A tal fine ci si avvale delle collaborazioni dell'Archivio Storico della Regione, di quello Vescovile, dell'Agenzia del Territorio e, quando presenti, degli archivi storici comunali e parrocchiali.
Sulla base dei dati raccolti con la ricerca un'apposita Commissione di esperti avanza le proprie proposte alla Presidenza della Regione.
La Commissione si esprime seguendo alcuni criteri fondamentali. Eccone alcuni: innanzitutto le grafie proposte si ispirano alla tradizione valdostana. Si tratta dunque di grafie in lingua francese che tengono in considerazione, però, le particolarità dell'area franco-provenzale, anche quando queste non rientrano nei canoni della lingua francese. La Commissione ha inoltre stabilito di conservare la "z" finale, non pronunciata, se la vocale che la precede è atona (es: Bionaz, Perloz..), di proporre invece una "d" o "t" finale per indicare che la vocale è tonica (es: Gignod, Arnad, Norat..). Si è deciso anche di reinserire l'articolo quand'è presente nell'espressione orale in patois (es: Les Combes, Le Clapey..).
Ad oggi sono state ufficializzate le località di 32 comuni della Valle: Allein, Arnad, Ayas, Aymavilles, Bionaz, Brissogne, Challand-Saint-Victor, Chambave, Champdepraz, Charvensod, Châtillon, Donnas, Étroubles, Fénis, Gignod, Hône, Introd, Jovençan, La Magdeleine, Lillianes, Montjovet, Nus, Ollomont, Oyace, Rhêmes-Notre-Dame, Rhêmes-Saint-Georges, Saint-Oyen, Saint-Rhémy-en-Bosses, Saint-Vincent, Valpelline, Valsavarenche e Verrès. La Commissione ha analizzato i toponimi di 42 comuni, per un totale di circa 1.800 denominazioni di località.
Il primo volume di una collezione, pensata per diffondere i risultati dell'inchiesta toponimica in Valle d'Aosta, è dedicato al comune di Hône.
La raccolta di tutti i toponimi è stata affidata a Piera Bordet, originaria di questo comune e profonda conoscitrice della parlata, della realtà e della storia locale, ciò che le ha permesso di raccogliere i toponimi nella loro forma dialettale autentica e di raccogliere i dati geografici, storici ed etnografici utili a comprendere meglio il senso e l'etimologia di alcuni nomi.
Dall'inizio della sua ricerca, precisamente nell'aprile del 1988, la Bordet ha raccolto 1176 toponimi; le lunghe conversazioni con gli informatori sono state registrate e tutti i nomi delle località sono stati posizionati sui piani catastali del comune ed inseriti nelle schede toponimiche.
L'opera, pubblicata nel 1997, presenta i risultati di questa ricerca, accompagnati da capitoli riguardanti le caratteristiche geografiche del comune, la storia, alcune note sulla varietà locale di francoprovenzale, la presentazione dell'inchiesta toponimica in Valle d'Aosta e del metodo di lavoro.
In questi ultimi anni, sono state realizzate diverse tesi di laureacon i materiali dell'inchiesta toponimica realizzata dal Bureau régional pour l'Ethnologie et la Linguistique. Spesso, l'autore della tesi era allo stesso tempo uno degli intervistatori.
- Anna Fosson, Toponomastica walser nelle aree francoprovenzali della Valle d'Aosta, Istituto Universitario di Lingue Moderne, Milano, a.a. 1988/89.
- Cristina Hérésaz, La toponomastica di Ayas - fraz. Lignod (Valle d'Aosta), Università degli Studi di Torino, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 1990/91.
- Anna Jans, Toponomastica della Valle d'Aosta: nomi di Lillianes, Università degli Studi di Torino, Facoltà di Magistero, a.a. 1991/92.
- Cristina Chatel, La toponomastica di Morgex (Valle d'Aosta), Università degli Studi di Torino, Facoltà di Magistero, a.a. 1992/93.
- Barbara Ratto, Analisi di toponimi walser di Gressoney-Saint-Jean, Università degli Studi di Torino, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 1992/93.
- Loredana Dujany, La toponomastica di Doues - Valle d'Aosta, Università degli Studi di Torino, Facoltà di Lettere e Filosofia et Université de Savoie, Faculté des Lettres, Langues, Sciences Juridiques et Humaines, a.a. 1993/94.
- Nadia Petit-Pierre, Ricerche sulla toponomastica di Verrayes (Valle d'Aosta), Università degli Studi di Torino, Facoltà di Magistero, a.a. 1993/94.
- Annalisa Renda, La toponomastica di Saint-Christophe (Aosta), Università degli Studi di Torino, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 1995/96.
- Mandaly Beneyton, Studi di toponomastica valdostana: la zona di Quart, Università degli Studi di Torino, Facoltà di Scienze della Formazione, a.a. 1997/98.
- Nicoletta Dabaz, Toponomastica della Valle d'Aosta: studio sui toponimi della zona di Gressan, Università degli Studi di Torino, Facoltà di Scienze della Formazione, a.a. 1998/99.
- Raffaella Lucianaz, Inchiesta di toponomastica a Pollein - Valle d'Aosta, Università degli Studi di Torino, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 1998/99.
- Stefania Cuaz, Aggiornamenti e nuovi reperimenti sul patrimonio toponomastico di Doues (Valle d'Aosta), Università degli Studi di Torino, Facoltà di Lingue e Letterature Straniere, a.a. 2001/02.
- Andrea Rolando, Microtoponymie d'Antey-Saint-André, Università degli Studi di Torino, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 2002/03.
- Serenella Robino, Phytonymes et phytotoponymes en francoprovençal. Une étude ethnolinguistique sur le rôle des arbres dans la culture valdôtaine, Université de la Vallée d'Aoste, Faculté des Langues et communication pour le territoire, l'entreprise et le tourisme, a.a. 2005/06.
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